L’anno 529 d.C., con la chiusura delle scuole filosofiche, segna la fine dello sviluppo della matematica europea nell’antichità.
I semi gettati dalla scienza greca fioriscono nei paesi dell’Asia Minore e dell’Estremo Oriente.

Il commercio dalla Cina verso l’Occidente, attraverso la via della seta, fa viaggiare, insieme alle merci, anche le idee e le tecniche.

Nel V secolo d.C. i matematici indiani inventano la numerazione posizionale con lo zero; solo dieci simboli per rappresentare i numeri del mondo.

Mentre l’Europa sprofonda nelle tenebre del Medio Evo, gli arabi , con le loro conquiste, diffondono anche le conoscenze scientifiche degli studiosi orientali: la diffusione dei numeri indiani, la crescita dell’algebra, l’introduzione della trigonometria, la divulgazione della geometria greca.

Con singolare spirito di sintesi, essi seppero fondere il rigore di sistematizzazione dei matematici e dei filosofi greci con l’aspetto essenzialmente pratico della scienza indiana e conferirono alla scienza una dimensione universale.

Nel tentativo di tracciare il corso delle stelle, gli astronomi islamici del Medioevo elaborarono vaste nozioni matematiche.

A partire dal XIII secolo, gli occidentali iniziarono a tradurre e a illustrare numerosi manoscritti greci e arabi di matematica.

   
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