Mateureka, il Museo del Calcolo di Pennabilli presenta la storia, gli strumenti, le idee e i concetti di una fra le più affascinanti avventure del pensiero umano: la matematica.
Data la difficoltà e l’unicità della proposta, Mateureka non è configurabile come un museo tradizionale che si limita ad esporre “pezzi” o “oggetti”, pur interessanti.
Deve attrarre, invogliare e far ragionare il visitatore specialmente attraverso il fare, lo sperimentare, attraverso le attività di laboratorio; valorizzare, cioè, il più possibile, l’aspetto ludico e interattivo.
All’esposizione permanente delle idee basilari della matematica e degli strumenti più significativi del calcolo che occupano quattro piani del più prestigioso palazzo di Pennabillli, attiguo all’orto dei frutti dimenticati del poeta Tonino Guerra, si deve necessariamente affiancare un’attività, anche esterna al Museo, di mostre temporanee, rassegne, convegni, dibattiti, approfondimenti, ecc, che diventano fondamentali non solo per il Museo ma per tutto il territorio.
Attraverso queste attività culturali il Museo, pian piano, diventa uno dei motori primari di creazione e di diffusione della cultura che contribuiscono a fare di Pennabilli una delle più interessanti, vive, significative e propositive città d’arte del centro Italia.
Senza questa “ginnastica” culturale il Museo diventerebbe ben presto come un atleta che non si allena: prima asfittico, poi anchilosato e, infine, inutile.
Il poter realizzare questi progetti è perciò “vitale” per il Museo.
La MOSTRA sui QUADRATI MAGICI
La mostra sui quadrati magici, inaugurata il 15 luglio presso il museo Mateureka di Pennabilli, fa da sfondo e da contorno ad un fatto rilevante per il Museo: l’esposizione del più grande quadrato magico al mondo, entrato nel Guinness dei primati, il famoso “quadrato magico dei vampiri” di Adriano Graziotti.
I quadrati magici hanno affascinato i matematici, e la gente, per secoli. Fin dall’antichità furono collegati con il soprannaturale e con la magia. La più antica notizia riguardo a un quadrato magico proviene dalla Cina e risale al 2200 a.C. (v. foto Lo-Shu).
La mostra, oltre a spiegare le regole matematiche che sottostanno a queste particolarissime “scacchiere numeriche” dove la somma lungo ogni riga, colonna o diagonale dà sempre lo stesso risultato, presenta diversi, notevoli e famosi quadrati: l’incisione Melanconia del pittore tedesco Durer (1471-1528) che riporta il quadrato magico usato come amuleto per tenere lontana la peste (v. foto Mensula Jovis); il celebre Sator, quadrato semi-magico pompeiano; il quadrato di Fibonacci; quello di Eulero; il quadrato magico pieno di trucchi di Benjamin Franklin; quello della Villa Albani a Roma fino al “pan-quadrato magico dei vampiri” di Graziotti.
Una mostra, quella sui quadrati magici, che ha attinenza con settori certamente non banali della matematica come teoria dei gruppi, reticoli, quadrati latini, determinanti, partizioni, matrici e relazioni di congruenza in aritmetica e si colloca in una linea di ricerca antica ed al tempo stesso modernissima, che coniuga limpidezza e mistero, scienza e poesia.
In particolare sono presentati compiutamente i seguenti quadrati magici costruiti in pietra, legno, ferro, mattoni, vetro e porcellana:
QUADRATO MAGICO DI LATO TRE (in ferro)
I primi nove numeri si possono disporre in QM in una sola maniera, che però si può ripetere in otto varietà che differiscono solo per la rotazione dei numeri di 90°, 180° o 270° in senso orario
QUADRATO MAGICO DEI NUMERI PRIMI (in mattoni)
Il più piccolo QM di ordine 3 con soli numeri primi.
UN QUADRATO “SPECIALE” (in vetri colorati)
Abbinando i numeri di Fibonacci 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144 (ogni termine è la somma dei due precedenti) ai primi 9 numeri naturali si forma un quadrato (non propriamente magico) nel quale la somma dei prodotti delle tre righe ( 9078+9240+9360=27.678) è uguale alla somma dei prodotti delle tre colonne ( 9256+9072+9350=27.678).
Incisione MELENCOLIA I di A. DÜRER (1471-1528) (in legno)
Riporta il QM di ordine 4 con costante 34, simbolo di Giove (Mensula Jovis)…”e se qualcuno lo porterà, se sarà sfortunato diventerà fortunato, se già sarà fortunato lo diventerà ancora di più”.
QUADRATO MAGICO CON IL DOMINO (in mattonelle di porcellana)
Abbiamo disposto i pezzi del domino in modo da ottenere un QM 7×7, con costante uguale a 24 (con una colonna laterale di spazi vuoti).
IL QUADRATO MAGICO DI VILLA ALBANI a ROMA (in pietra)
Composto nel 1766, di ordine 9, costante 369 con la seguente epigrafe:
“LECTOR SI DOCTUS ADMIRATOR SI IGNARUS SCITO QUADRATUS HIC MATHEMATICE CONSTRUCTUS AB UNO USUQUE AD OCTOGINTA UNUM 3321 UNITATES INCLUDIT QUAELIBET IPSIUS COLUMNAE TAM IN LINEA PLANA QUAM IN RECTA ET TRANSVERSALI UNITATES 369 QUAE DUCTAE PER NOVEM EASDEM 3321 UNITATES RESTITUUNT ET APPELLATUR MAXIMUS QUIA MAXIMAM POSSIDET EXTENSIONEM. VALE.
CAETANUS GILARDONUS ROMANUS PHILOTECNOS INVENTOR A.D. MDCCLXVI.” (O lettore, dotto ammiratore o profano che tu sia, sappi che questo quadrato costruito secondo le regole della matematica da 1 fino a 81 comprende 3321 unità; qualsiasi colonna dello stesso, sia in senso orizzontale che in quello verticale e trasversale, comprende 369 unità che moltiplicate per 9 danno appunto le medesime 3321 unità ed è chiamato massimo poiché possiede la massima estensione. Ti saluto.
Gaetano Gilardone romano filotecnico-inventore anno Domini 1766).
QUADRATO MAGICO DEI VAMPIRI di A. Graziotti (1983) (su forex)
E’ il più grande QM esistente, entrato nel Guinness dei primati del 1989. Questo “panquadrato” (tanti QM dentro un QM) è una singolarissima opera in cui il rigore matematico si fonde con l’arte astratta ed è suddivisa in 64 scacchi per lato per un totale di 4096 caselle; l’autore ha usato tutti i numeri naturali da 1 a 4096 nessuno escluso. La costante è 131.104.
L’artista ha pensato di includere nel suo quadrato qualcosa come 18 figure simmetriche rispetto al centro – croce, vampiri, greche, labirinti, semidiagonali – le cui caselle numeriche replicano tutte la prefissata costante 131.104. Disegno temerario, incredibile e bellissimo che solo la mente di un artista che ha avvertito la matematica come luogo e soggetto delle proprie realizzazioni poteva figurare.