Il Museo del Calcolo di Pennabilli ha ospitato una mostra sulla crittografia grazie alla collaborazione tra le Regioni gemellate Wielkopolska e Emilia-Romagna.
Ascolta l’intervista di Radio Emilia Romagna al prof. Renzo Baldoni:
Professor Baldoni, da migliaia di anni la storia dell’uomo è attraversata dalla lotta fra chi inventa metodi sempre più sofisticati per trasmettere messaggi segreti e chi fa di tutto per decrittare i codici, cioè scoprirne il significato nascosto. In questo scontro vengono coinvolte la matematica, la linguistica, l’enigmistica, la statistica, l’elettronica, l’informatica, la fisica quantistica. La mostra organizzata a Pennabilli dalla Regione Wielkopolska in collaborazione con il Consolato Generale della Polonia a Milano, che cosa ha insegnato in questo senso?
Dalla decodifica della macchina crittografica tedesca Enigma al computer, il passo è stato davvero breve? E’ vero, cioè, che una delle ricadute tecnologiche più importanti della lotta fra inventori e solutori di codici è stato proprio il computer?
Il museo che lei dirige, visitato ogni anno da migliaia di studenti, è nato all’insegna di Galileo Galilei, secondo il quale il libro dell’universo è scritto in un linguaggio matematico. E’ dunque la matematica che detiene il segreto ultimo della forma e dello spazio, il segreto dell’universo?
A proposito di segreto, fino a poco tempo fa la crittografia, anche grazie alla guerra fredda, era vista come un’arma al servizio dei militari e della sicurezza delle principali nazioni. Oggi, invece, un numero enorme di messaggi viaggia su ogni sorta di canali, dalla posta tradizionale al telefono, alla radio, al telefax, a internet e alle linee di trasmissione dei dati ad alta velocità; spesso sono informazioni preziose e riservate, da proteggere da orecchi e occhi indiscreti. La tutela della privacy è diventata vitale: ci può spiegare perché solo la crittografia può assicurarla in modo efficace?
Un’ultima domanda, professor Baldoni. Un museo interessante come il suo in un piccolo paese come Pennabilli: come mai il calcolo e la matematica sono approdati in questo antico borgo sull’Appennino?