Giovedì 4 ottobre 2007 alle ore 21 nella piazza di Pennabilli risuonerà il “bip” “bip” dello Sputnik, primo satellite artificiale lanciato esattamente 50 anni fa. Verrà così inaugurata la mostra “50 anni di spazio”, allestita dal museo Mateureka per ripercorrere le tappe fondamentali della conquista spaziale: dalle prime missioni fino allo sbarco dell’uomo sulla Luna, dalla Stazione spaziale internazionale fino ai robot su Marte, per finire con anteprime sui viaggi del futuro.
Si parte dalla documentazione storica per arrivare alla ricostruzione a grandezza naturale dello Sputnik e di un razzo usato nel 1958 durante l’anno geofisico internazionale.
Sono inoltre visibili i modelli in scala del mastodontico Apollo 5, del Lem, dello Shuttle e della stazione spaziale sovietica Mir.
Una sezione è dedicata alla conquista della Luna, avvenuta 38 anni fa; un’altra all’astronomia con numerosi strumenti scientifici e la possibilità di osservare due frammenti di meteoriti cadute in Cina.
Un’attrazione esclusiva è la possibilità di osservare la superficie di Marte in tre dimensioni, con speciali occhiali, ripresa dalla sonda Pathfinder.
Una particolare attenzione è dedicata all’importanza dello spazio oggi e ai prossimi traguardi da raggiungere. Chiude l’esposizione una nutrita rassegna di filmati e documentari scientifici sullo spazio. A questo proposito, la mediateca del museo dispone di oltre mille software per computer che riguardano l’astronautica e l’astronomia, la serie spaziale completa edita dalla Nasa e dall’American Mpc Research ed oltre 30 ore di registrazioni e suoni provenienti dallo spazio.
Il curatore della mostra Renzo Baldoni, direttore di Mateureka, spera che questa rappresenti una testimonianza di come i sogni dei ragazzi di ieri siano divenuti la realtà tecnologica del nostro oggi e la base per il futuro dell’umanità e si augura che la molla alla base di questo incredibile viaggio che l’uomo, sfidando le leggi della natura, ha intrapreso verso la conquista dello spazio, e cioè la curiosità e il desiderio di conoscere, possa spingere anche i ragazzi di oggi a cercare e vedere cosa c’è lassù nello spazio profondo.