“Dio geometrizza sempre”

Platone, 427-347 a.C.

I solidi platonici, o poliedri regolari, sono il tetraedro, l’esaedro, l’ottaedro, il dodecaedro e l’icosaedro.
Dal triangolo si hanno il tetraedro, l’ottaedro e l’icosaedro; dal quadrato l’esaedro, o cubo, e dal pentagono il dodecaedro.

Poliedro        F   V   S   n   r
tetraedro       4   4   6   3   3
esaedro (cubo)  6   8  12   4   3
ottaedro        8   6  12   3   4
dodecaedro     12  20  30   5   3
icosaedro      20  12  30   3   5

Dalla relazione di Eulero  F + V – S = 2 otteniamo la seguente tabella (F= facce, V= vertici, S= spigoli, n= lati di ciascuna faccia, r= numero degli spigoli in ciascun vertice):

I solidi regolari rappresentavano per i greci la quintessenza della bellezza e della simmetria dello spazio.

Nel Timeo, Platone (circa 350 a.C.) associa il fuoco al tetraedro, la terra al cubo, l’acqua all’icosaedro, l’aria all’ottaedro e la forma dell’universo al dodecaedro.

Euclide, nell’ultima proposizione (la 465esima) degli Elementi dimostra che i solidi regolari sono cinque, né più né meno.

Nel 1220 Leonardo Pisano (1170-1228?), detto Fibonacci, nella sua Pratica Geometriae affronta i cinque poliedri regolari e Piero della Francesca (1420/22-1492), matematico e pittore, fu particolarmente colpito dalla simmetria e dalla bellezza dei cinque solidi regolari.

Anche Luca Pacioli (1445-1517) tratta più volte nei suoi libri dei poliedri regolari. Si può dire che da Pacioli in poi ogni matematico si occupa ormai dei poliedri regolari e semiregolari (Cardano, Tartaglia, Maurolico, Bombelli…).

Keplero, addirittura, concepì un modello della disposizione dei pianeti che si serviva di sfere concentriche inscritte o circoscritte ai solidi platonici.

L’analisi dei poliedri ha ottenuto ulteriori sviluppi, in epoca recente, con la topologia, con la creazione di spazi a dimensioni maggiori di tre, con le tassellazioni e le strutture di gruppo in una continua evoluzione matematica che non ha più soste né soluzioni di continuità.

Poliedri

 
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